Imballaggi a perdere o a rendere: cosa sono?

Oltre alla miriade di adempimenti a cui sono tenute normalmente le aziende, la corretta gestione passa anche per una razionalizzazione sistematica dei costi, che mira a limitare i materiali di consumo e le spese accessorie.

Tra queste ultime, si inseriscono i costi degli imballaggi a perdere e a rendere, per la corretta conservazione delle merci. L’acquisto di tale materiale e la scelta dell’uno o dell’altro tipo deve essere valutata con attenzione in base al tipo di attività svolta e al deposito a disposizione, evitando sprechi e mirando alla durata dei prodotti. Per questo, di seguito, vi mostreremo la differenza tra i due imballi e i criteri di scelta che devono muovere ogni azienda.

 

Qual è la differenza tra gli imballaggi a rendere e a perdere?

Secondo l’idea comune, la differenza tra i due tipi di imballaggio risiede nella possibilità, per quelli a rendere, di essere riutilizzati anche dopo essere stati svuotati trovando altro impiego durante la distribuzione, mentre gli imballi a perdere vengono eliminati nel momento in cui hanno smesso di svolgere il compito di proteggere e sostenere uno specifico materiale.

Si tratta di una spiegazione troppo semplicistica e non sempre realistica, dal momento che oggi molti imballaggi a perdere vengono realizzati in materiale resistente che può essere riutilizzato più volte. Basta considerare la cassa in legno, che quando viene realizzata con materia prima di qualità può essere impiegata fino a quando il legno non si usura, o la scatola di cartone ondulato, che è spessa e può essere utilizzata più volte fino a quando non si bagna e si rovina.

Gli imballaggi a rendere, invece, vengono utilizzati in caso di trasporto di articoli pesanti o delicati come mobili, pezzi di design, strumenti di precisione o di antiquariato pregiati. Si tratta, generalmente, di casse pieghevoli in compensato che possono essere dotate di ganci per una chiusura di sicurezza.

La vera differenza tra le due tipologie, dunque, risiede nel fatto che per l’imballaggio a perdere non può essere garantita una lunga durata e non potrà quindi riutilizzato più di un certo numero di volte, perché prima o poi si usurerà, anche se, come anticipato sopra, potrà comunque essere riutilizzato più di una volta.

Quando scegliere un imballaggio a perdere e a rendere

Giunti sin qui, vi starete sicuramente chiedendo quando optare per gli imballaggi a perdere e a rendere. La risposta risiede sostanzialmente nel tipo di attività che svolgete e nel contenuto che bisogna inserire all’interno degli imballi.

Se la merce da movimentare è delicata, particolarmente preziosa oppure quando deve essere trasportata per brevi tratti e in condizioni meteo favorevoli, senza essere continuamente sollecitata, è consigliabile acquistare imballaggi a perdere, meno costosi e comunque validi e resistenti.

Quando, invece, il contenuto degli imballi riguarda opere d’arte, mobili antichi, strumenti di precisione e mobili di design di grandi dimensioni, è bene optare per imballaggi a rendere, realizzati su misura e dotati di accessori per una comoda apertura e chiusura.

 

Razionalizzazione dei costi e risvolti sulla fatturazione degli imballaggi a perdere e a rendere

I costi delle casse, seppur secondari, ricadono in quelle spese fisse che è necessario sostenere per il buon mantenimento della merce e per assicurarsi che i beni trasportati vengano consegnati senza subire danni. C’è poi da aggiungere un altro importante aspetto, che riguarda la corretta conservazione delle giacenze nel magazzino nel caso di ambienti umidi o soggetti a sollecitazioni, che richiedono idonea protezione.

Spesso, in questi casi, la soluzione migliore è quella dell’imballaggio riutilizzabile, perché consente di spendere una cifra modica, pur mantenendo ottima resistenza.

Oltre che sull’economia aziendale, la scelta dell’imballaggio influisce anche sulle modalità di fatturazione della società. Nel caso degli imballaggi a perdere, ad esempio, i costi rientrano esclusivamente nella base imponibile poiché rappresentano una vera e propria cessione di beni.

Con gli imballaggi a rendere, invece, il cliente è tenuto a versare una cauzione che viene esclusa dalla base imponibile, per questo viene considerata, da un punto di vista contabile, come un debito nei suoi confronti

Questo significa che la cauzione assume il valore di garanzia per la restituzione dell’imballaggio a rendere e il suo costo rappresenta un credito per l’azienda utilizzatrice, a cui verrà restituito.

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