Gli imballaggi in carta e cartone sono sempre più presenti sugli scaffali dei nostri supermercati, anche nei reparti dei prodotti freschi come frutta e verdura.
Grazie alla continua ricerca e all’evoluzione tecnica delle prestazioni e della durata, gli imballaggi cellulosici stanno gradualmente sostituendo il packaging e le confezioni in plastica ed altri materiali non riciclabili, ottenendo sempre maggior attenzione e favore da parte dei produttori alimentari e dei consumatori.
Ma gli imballaggi in carta e cartone possono essere usati per tutti i generi alimentari?
La scelta di utilizzare confezioni in cartone è legata alle caratteristiche dell’imballaggio, alla sua composizione e ai casi espressamente previsti dalle norme vigenti, che prevedono la possibilità di impiegare imballaggi in carta riciclata solo in determinate condizioni.
La questione della sicurezza degli imballaggi cellulosici per alimenti è disciplinata in Italia dal DM 21/03/1973, che consente di utilizzare fibre di riciclo, purché vengano rispettati alcuni parametri e condizioni e si verifichi il contenuto di piombo e di policlorobifenili (PCB) nonché una percentuale di sbiancati ottici inferiore al 3%.
Nel DM 21/03/1973, così modificato dal DM 217/2007, esistono disposizioni che
riguardano anche:
- la grammatura minima dei cartoncini multistrato composti da almeno tre strati
e le categorie alimentari per le quali possono essere utilizzati - l’accoppiamento agli adesivi e collanti per i quali è previsto l’utilizzo di sostanze non autorizzate a condizione che non ci siano fuoriuscite e contatto diretto con l’aliment
- l’identificazione del lato a contatto diretto con l’alimento che deve presentare la rispondenza ai limiti di piombo
- le carte paraffinate che possono essere utilizzate esclusivamente come carta da banco e come contenitori di alimenti refrigerati, congelati o surgelati
All’interno della normativa e delle sostanze consentite ad entrare in contatto diretto con i generi alimentari, l’industria del packaging in carta e cartone sta sperimentando con successo gli imballaggi attivi: scatole, vassoi e confezioni varie che grazie all’aggiunta di alcuni enzimi naturali sulla superficie del cartone, permettono di conservare freschi più a lungo ortaggi, frutta, prodotti da forno, etc.
Questi imballaggi, già presenti sugli scaffali di alcuni supermercati europei, prolungano la “vita” commerciale dei prodotti nella GDO, limitando gli sprechi e riducendo sensibilmente la produzione di rifiuti e scarti ortofrutticoli.
Si stima che se gli imballaggi cellulosici attivi costituissero il 100% degli imballaggi alimentari in carta e cartone, i rifiuti alimentari nazionali ammonterebbero a 850mila tonnellate in meno.
I poliaccoppiati, imballaggi verso la svolta “green”
Alcuni cibi come salumi, formaggi o anche biscotti da forno sono confezionati in carte alimentari particolari, che presentano uno strato cellulosico e uno plastico o metallizzato, di solito a contatto diretto con il prodotto.
Questi imballaggi, noti come poliaccoppiati, trovano grande impiego nell’industria alimentare e nella GDO per le loro caratteristiche di resistenza ai grassi e alla luce, ma sono difficili da separare e da riciclare.
Sono in atto alcune sperimentazioni che vedono nei poliaccoppiati di ultima generazione in aumento la percentuale di carta riciclata rispetto ai materiali abbinati e l’utilizzo di bioplastiche che, garantendo le prestazioni degli imballaggi tradizionali, rendono la confezione completamente riciclabile senza necessità di separazione meccanica degli strati.
Secondo una ricerca dell’università Bocconi, presentata all’ultima edizione del festival Cibus dal Club Carta e Cartoni di Comieco, l’introduzione massiccia di questi poliaccoppiati 100% biodegradabili permetterebbe di spostare dalle discariche al compostaggio ben 190mila tonnellate di rifiuti alimentari con un conseguente risparmio potenziale di oltre 5 milioni di euro.
La pratica della doggy bag: ridurre gli sprechi e dare nuova vita al cibo con gli imballaggi intelligenti
Ogni anno una famiglia italiana getta 145 kg di cibo nei rifiuti e lo spreco alimentare nel nostro paese ammonta a 16 miliardi di € all’anno: queste cifre possono diminuire sensibilmente grazie ad un packaging in carta e cartone intelligente che prolunghi la vita dei prodotti nei negozi e nelle case dei consumatori ma anche introducendo buone abitudini anti-spreco come l’uso della “doggy bag”.
Solo il 10% dei clienti dei ristoranti porta abitualmente a casa il cibo pagato che non riesce a consumare nel locale: tutti gli altri non lo fanno per imbarazzo o perchè non hanno a portata di mano un contenitore adatto allo scopo.
L’iniziativa di Comieco “Doggy Bag- se avanzo mangiami”, partita nel 2015, ha lo scopo di sdoganare la cultura del potare a casa gli avanzi e ha dotato un migliaio di ristoranti in tutta Italia di doggy bag per cibo e bevande dal design accattivante ed esclusivo, realizzate al 100% in carta riciclata.
I ristoratori, che secondo i sondaggi di Comieco erano percepiti come collaborativi nella pratica del doggy bag solo nel 40% dei casi, sono stati incoraggiati a proporre ai clienti questi simpatici imballaggi per portare a casa gli avanzi: l’80% del pubblico l’ha considerata un’opzione valida per ridurre gli sprechi e i rifiuti, aderendo con entusiasmo all’iniziativa.