Secondo appuntamento della nuova rubrica “Arte e scatole”, un viaggio alla scoperta di come importanti artisti contemporanei hanno utilizzato il cartone come mezzo espressivo. Scopri tutte le altre interviste: James Lake – Carlo Casarini – Kiel Johnson – Dosshaus
Come accade spesso, idee straordinarie nascono da situazioni estremamente ordinarie. Succede anche agli artisti ed è successo infatti a Mark Langan, artista statunitense che ha creato uno stile unico partendo da un’impressione suscitata durante uno dei momenti più routinari della giornata: quando si butta la spazzatura.
Un giorno, infatti, l’artista stava smantellando alcuni scatoloni destinati a essere gettati nell’immondizia, quando improvvisamente si accorse che la parte ondulata che si trova tra i diversi strati di cartone emetteva un’energia cinetica. Da qui, l’idea di utilizzare il cartone per produrre opere d’arte uniche al mondo e di grande impatto visivo.
Ecco così che il cartone, del tutto inaspettatamente, diventa per Langan un potente mezzo espressivo, una modalità tramite cui cercare la bellezza, la perfezione a cui solo l’arte consente di aspirare. Uno strumento per creare, trasformando così ogni uomo da semplice individuo a essere libero, a demiurgo di oggetti capaci di trasmettere emozioni. Del resto, per Langan il cartone non si riduce a mero materiale di lavoro; al contrario, l’artista gli attribuisce un valore universale: in fondo, si tratta di un materiale usato in tutto il mondo, che rientra a pieno titolo negli oggetti quotidiani e che pertanto può trasformarsi in un trait d’union che permette di instaurare un dialogo tra uomini e donne distanti tra loro tanto culturalmente quanto geograficamente.
Da quella famosa pila di scatole, Langan ha creato la sua prima scultura, dedicandola ai suoi vicini (il titolo dell’opera, infatti, è “Max&Lori’s Move”). La perplessità iniziale della coppia, che vede il proprio vicino armeggiare attorno a scatoloni da buttare, svanì nell’attimo stesso in cui videro l’opera finale: un pezzo bellissimo, originale e, soprattutto, un mezzo di comunicazione, uno strumento per raccontare agli altri (i vicini, gli spettatori, il pubblico) le proprie emozioni, per trasmettere un messaggio.
Abbiamo chiesto a Mark Langan di raccontarci del suo lavoro, esplorando così la forza creativa di uno degli artisti più istrionici del XXI secolo.
Mark, a parte il cartone quali altri materiali utilizzi per realizzare le tue opere?
Per la maggior parte uso solo il cartone. Mi piace la sensazione che si prova a lavorare la carta: ci si rende conto di quanto uniche ed eccezionali siano le sue proprietà. Inoltre, un aspetto che consideriamo poco, quando maneggiamo questo materiale, consiste nel valore della sua cromia. Il cartone non è semplicemente “marrone”: esistono innumerevoli sfumature dall’uno all’altro. E proprio cercando di giocare nel modo giusto con luci e ombre e cromie differenti creo sculture capaci di suscitare sentimenti. In alcune opere, comunque, aggiungo altre tonalità, utilizzando colori acrilici. Ciò accade in particolare per le creazioni che eseguo su commissione, che solitamente arricchisco con i colori del logo aziendale: semplici strategie di branding, che possono essere applicate anche alle opere d’arte, senza diminuirne il valore intrinseco come mezzi di espressione.
C’è una storia particolare, legata a una tua creazione, che ti piacerebbe raccontarci?
Tutte le mie creazioni hanno un particolare significato per me. Ma una, soprattutto, ha un valore ancora più speciale. Ho un cugino che vive sulla West Coast, la cui moglie morì di cancro al seno, lottando fino all’ultimo contro questa terribile malattia, fino a soccombere, lasciando a compiangerla un marito e tre figli. La sua battaglia ha coinvolto molte altre persone e sono state avviate campagne di raccolta fondi per finanziare la ricerca contro il cancro. L’ospedale dove era ricoverata aprì una nuova ala, raccogliendo opere di numerosi artisti. Partecipai anch’io all’iniziativa, creando un’opera che rendesse omaggio alla moglie di mio cugino e che allo stesso tempo potesse essere fonte di ispirazione per tutti gli altri pazienti che, come lei, combattevano la difficile battaglia contro il cancro. È stata un’esperienza commovente, che ancora oggi mi emoziona e mi riempie d’orgoglio: è un onore, infatti, pensare che la propria arte possa essere uno strumento per portare avanti istanze importanti, come appunto la necessità di implementare gli sforzi nella ricerca di cure efficaci per sconfiggere il cancro.
A cosa stai lavorando ora?
Ho appena terminato un logo scultoreo per l’azienda di imballaggi KapStone, che impreziosirà il loro quartier generale, a Chicago. Si tratta di una rappresentazione in cartone ondulato, che verrà esposta nella sala consigliare. Mi sono state commissionate anche sei piccole opere da International Paper, nel settore della carta e degli imballaggi, per la sede di Memphis. Infine, sono in procinto di avviare un mio progetto personale, Queen of Hearts, che riguarda le carte da gioco e sarà realizzato in cartone ondulato. Il disegno sembra promettente, ora non resta che mettersi all’opera e trasformarlo in una scultura tridimensionale capace, come sempre, di stupire e di trasmettere emozioni!
Per maggiori informazioni: https://langanart.com/