La raccolta differenziata della carta è una delle prime ad essere stata introdotta in Italia con appositi contenitori e procedure specifiche: ma siamo davvero sicuri di sapere tutto sullo smaltimento corretto di scatole in cartone e altri rifiuti a base cellulosica?
Il packaging dei prodotti alimentari che acquistiamo è sempre più abbondante e voluminoso mentre gli e-commerce e gli acquisti on line portano ogni mese nelle case e nelle aziende quantitativi ingenti di scatole e imballaggi in carta e cartone: fare in modo corretto la raccolta differenziata di questi materiali è diventata una priorità che interessa non solo i cittadini ma un importante indotto economico e l’intero ecosistema in cui viviamo.
Tutta la carta e il cartone impiegato nel confezionamento e negli imballaggi per vendere e spedire prodotti potrebbe essere potenzialmente quasi tutto riciclato, con un notevole risparmio in termini energetici, di materie prime e di emissioni inquinanti: questo circolo “virtuoso” è possibile però solo se la differenziazione e lo smaltimento dei rifiuti viene effettuato con attenzione secondo semplici regole che tutti i cittadini dovrebbero conoscere.
Ecco qualche consiglio per disfarsi in modo corretto di scatole e imballaggi in carta e cartone:
• i rifiuti di carta e cartone meno voluminosi andrebbero raccolti all’interno di sacchetti di carta anch’essi riciclabili o realizzati con le nuove plastiche compostabili/biodegradabili. Se il sacco è in plastica non riciclabile va differenziato a sua volta, dopo averlo svuotato.
• nella raccolta carta possono essere smaltiti: quaderni, libri e fumetti, riviste e quotidiani, di volantini pubblicitari, scatole di cartoncino come quelle della pasta, quelle esterne dei medicinali e del dentifricio, i rotoli interni di carta igienica e carta assorbente, le scatole di scarpe e dei prodotti di abbigliamento, le scatole degli elettrodomestici e tutte le tipologie di packaging in cartone, anche se stampato e colorato.
• è importante privare le scatole di eventuali altri materiali aggiunti come nastro adesivo, applicazioni e inserti in plastica trasparente per rendere visibile in contenuto, etichette, tappi, antitaccheggi, etc.
• le scatole e soprattutto gli scatoloni di grandi dimensioni vanno schiacciati e ripiegati per occupare meno spazio all’interno degli appositi contenitori e per agevolare il lavoro degli addetti al recupero
Cosa NON GETTARE MAI nei contenitori della raccolta differenziata della carta
Ogni rifiuto non idoneo inserito nei contenitori della raccolta differenziata della carta rischia di rallentare il processo di riciclo dei rifiuti cellulosici o, ancor peggio, di comprometterlo del tutto: infatti carta e cartone prelevati dagli appositi raccoglitori vengono selezionati e ricontrollati manualmente da addetti che separano eventuali corpi estranei; se tuttavia un rifiuto a base non cellulosica dovesse sfuggire a questo check, le procedure chimiche e meccaniche di riciclo della carta potrebbero essere inficiate, con conseguente spreco di energia e carta potenzialmente riutilizzabile.
Pertanto è importante evitare assolutamente di smaltire insieme a scatole e imballaggi in carta e cartone:
• fotografie e pellicole
• bicchieri e piatti in carta plastificata
• carta sporca o unta
• carta oleata
• carta forno
• tovaglioli sporchi ( se sono in pura cellulosa possono essere smaltiti nell’umido, se sono in panno carta/fibre tessili vanno nell’indifferenziata)
• scontrini fiscali, fatture e ricevute se in carta chimica/copiativa
• contenitori di carta e cartone che hanno contenuto prodotti chimici o nocivi per l’ambiente
• cartoni della pizza puliti (se molto sporchi o unti, vanno smaltiti nell’indifferenziata)
In generale è sconsigliato inserire nei contenitori della raccolta differenziata tutti gli imballaggi in carta e cartone molto sporchi, unti o incrostati.
Dove lo butto il tetrapack? Smaltimento corretto degli imballaggi in poliaccoppiati
Il poliaccoppiato è un materiale “misto” creato in Svezia negli anni ’50: è composto da una base cellulosica e altre sostanze chimiche che rendono la carta più robusta, rigida, impermeabile.
Il poliaccoppiato più noto è il tetrapack, con il quale sono prodotte la maggior parte delle confezioni di latte, succhi di frutta e bevande fresche che acquistiamo ogni giorno.
Gli imballaggi di tetrapack sono contrassegnati da un apposito simbolo e possono essere smaltiti insieme agli altri imballaggi in carta e cartone poiché in esso è prevalente la componente di fibre cellulosiche.
Ma come comportarci se il packaging non reca il simbolo “tetrapack”?
Per confezionare bevande e prodotti che devono garantire una lunga durata anche fuori dal banco frigo vengono utilizzati poliaccoppiati che includono, altre alla carta e alla plastica in percentuali variabili, anche fogli di alluminio.
Poichè questi componenti non possono essere separati manualmente, per smaltire questo tipo di rifiuti si utilizza il criterio dal materiale prevalente: ma come informarsi su cosa prevale nel rifiuto che vogliamo smaltire?
Basta osservare il codice riportato sulle confezioni accanto alla sigla PI, il simbolo generico dei poliaccoppiati:
C/PAP (da 80 a 84) imballaggio con prevalenza CARTA
C/ LDPE (90) Imballaggio con prevalenza PLASTICA
C/ALU (82-84-90) Imballaggio con prevalenza ALLUMINIO
E’ importante ricordare che anche in presenza di poliaccoppiati con prevalenza di carta, le cannucce, i beccucci e i tappi in plastica applicati sulle confezioni vanno asportati e smaltiti separatamente nella plastica.
Contenitori per la raccolta differenziata della carta in Italia: come riconoscerli?
Fino ad un passato recente i cittadini potevano rischiare di fare confusione con la raccolta differenziata poiché ogni singolo comune aveva autonomia in materia di formato e colore dei contenitori per lattine, vetro, carta, etc.
Questa caotica situazione è stata sanata dall’Ente Nazionale Italiano di Unificazione (UNI), che il 28 settembre 2017 ha pubblicato la normativa UNI 11686 sui Waste Visual Elements, ovvero gli elementi visivi per il riconoscimento dei contenitori destinati alla differenziata.
L’Italia è stato il primo paese dell’Unione Europea ad uniformare questi indicatori a livello nazionale con lo scopo di migliorare e facilitare ai cittadini l’avvio al riciclo dei rifiuti e raggiungere nel minor tempo possibile l’ambizioso traguardo del 65% di raccolta differenziata sul totale.
Anche se non sono state fissate le tempistiche per l’adeguamento a questi standard, la norma UNI 11686 sui Waste Visual Elements definisce in modo preciso i colori e le caratteristiche dei contenitori per la differenziata, che dovranno essere gli stessi su tutto il territorio nazionale:
• giallo per la plastica
• marrone per l’organico
• blu per la carta
• verde per il vetro
• grigio per l’indifferenziato
I bidoni, più facili da riconoscere per cittadini e turisti, potranno anche non essere interamente dipinti del colore di riferimento: basterà che il coperchio sia del colore di riferimento.
La normativa vale per i contenitori di raccolta pubblica e per quelli domestici, utilizzati per il ritiro “porta a porta”.