Chi ha inventato lo scotch? Ecco la storia del nastro adesivo

È passato quasi un secolo da quando Richard Gurley Drew ebbe una geniale intuizione, ovvero quella che lo portò a inventare lo scotch.

L’origine del nastro adesivo è da ricercarsi nel mondo delle automobili, dove c’era il bisogno di soddisfare una precisa esigenza: delimitare le zone su cui agire per una verniciatura perfetta.

Fino a quel momento, infatti, molto spesso le sbavature costringevano a ricominciare il lavoro, con un immenso spreco di tempo e denaro. Ecco la storia del nastro adesivo.

Il nastro adesivo è nato nel settore automobilistico: chi l’ha inventato?

Molto spesso, quando nella nostra quotidianità stringiamo tra le mani degli oggetti, ne sottovalutiamo l’importanza storica, dandoli quasi per scontati.

Soprattutto, dimentichiamo che in molti casi sono il frutto di geniali invenzioni, che hanno rivoluzionato il mondo. È questo il caso del nastro adesivo, nato per consentire il delineamento delle zone da verniciare delle carrozzerie delle automobili.

L’ingegnere Richard Drew, ricercatore della statunitense 3M, girando per le officine si accorse delle evidenti difficoltà che gli operai avevano nel fare verniciature precise: le sbavature molto spesso costringevano a rifare il lavoro.

Ed è proprio dopo queste valutazioni che ad un certo punto, nel 1925, Richard ebbe una grande idea: realizzare un nastro con un lato adesivo, fatto di colla da falegname e glicerina.

Dopo qualche anno, e più precisamente il 31 gennaio 1930, il nastro adesivo fece il suo ingresso nel mercato. In Europa arriverà solamente qualche tempo dopo, ovvero nel 1937. Questa invenzione rivoluzionaria diede ai carrozzieri la possibilità di attaccare lo scotch per delimitare le zone da verniciare, raggiungendo una precisione fino a poco tempo prima inimmaginabile.

Il nastro adesivo: un’invenzione secolare, dalla nascita incerta

Richard Gurley Drew, probabilmente nemmeno immaginava che alla sua idea sarebbe stato attribuito lo status di “invenzione secolare”.

Per comprendere meglio la portata della rivoluzione, basti pensare che il nastro adesivo viene spesso paragonato al tassello ad espansione, che ad oggi ci permette il fissaggio a muro di qualsiasi elemento, dalle mensole ai mobili. Una “semplice” intuizione quindi, ma che ha permesso la risoluzione di un’infinità di problematiche. Un’invenzione però, nata non priva di qualche dubbio sulla reale efficacia.

Sono in pochi a sapere infatti che durante i primi test, il nastro che sicuramente aveva un potere incollante inferiore a quello che noi tutti oggi conosciamo, non voleva saperne proprio di rimanere attaccato.

Uno dei tanti ragazzi che lavoravano nelle officine ad un certo punto, sull’orlo dell’esasperazione, esclamò direttamente all’ingegnere: “Riporta questo nastro ai tuoi capi scozzesi (Scotch) e dì loro di metterci più colla!” Perché Scozzesi? Semplicemente perché il termine assumeva il significato di “avari”.

Nemmeno quel ragazzo poteva immaginare che il suo consiglio avrebbe funzionato, ma soprattutto che la sua esclamazione avrebbe dato il nome a questo prodotto rivoluzionario.

Quando è nato il nastro adesivo

Come anticipato, il nastro adesivo sta per compiere il suo primo secolo di vita. Sulla data di nascita effettiva ci sono alcune discordanze, ma questo non ha impedito addirittura il festeggiamento di una ricorrenza, ovvero quella del “Cellophane Tape Day”, che cade il 27 maggio.

La “Giornata del nastro adesivo” attribuisce il giusto valore ad un oggetto tanto semplice, quanto utile, ma soprattutto utilizzato in moltissimi frangenti.

Nel tempo sono cambiati i solventi, gli spessori, i materiali, ma le necessità sono rimaste immutate. Oggi un nastro adesivo di qualità come quello ratioform viene ad esempio utilizzato per chiudere qualsiasi tipologia di scatola. Immaginate per un attimo il numero dei colli che quotidianamente viaggiano con i corrieri. Che mondo sarebbe senza scotch?